La fragilità è una caratteristica essenziale del nostro tempo. Pervade quasi tutti gli ambiti della nostra vita personale e collettiva.
Quella pace che – almeno in Europa – sembrava assicurata dopo la seconda guerra mondiale, oggi si dimostra fragile e discutiamo se la cosa giusta sia difenderla riarmandosi.
Le regole del diritto internazionale e la collaborazione tra paesi e regimi diversi ci appaiono fragili quando vengono infrante in nome delle ambizioni di potere dei più forti. Forse ci siamo illusi che la globalizzazione economica portasse con sé la rinuncia alla violenza mentre questa ritorna in nome di un nazionalismo che punta sulla competizione di mercato ma anche su quella militare. Eppure, tutto il mondo è collegato, ad esempio dalla potenza della finanza che a sua volta risente della fragilità dei sistemi politici e la rilancia. Fattori tutti che rischiano di far passare in seconda linea il problema maggiore che tutta l’umanità dovrà affrontare insieme nei prossimi decenni, legato ai cambiamenti climatici. Un problema che comporterà inevitabilmente anche lo spostamento di milioni di persone tra diverse aree del pianeta, con effetti sociali, economici e culturali che già oggi cambiano i comportamenti e le scelte politiche dei governi. Fenomeni globali che hanno forti conseguenze anche sulla vita delle singole persone: ansia soprattutto negli adolescenti, fragilità della famiglia, difficoltà crescente dei maestri a trasmettere valori condivisi, oltre che conoscenze sempre mutevoli nella scuola.
Anche l’intelligenza artificiale, capace di contributi straordinari all’efficienza, è una potenziale fonte di fragilità se se ne fa un uso sbagliato, legato anche ai giganteschi interessi economici che la gestiscono e la orientano.
Tra le sfide del presente c’è parso che la fragilità fosse un aspetto prevalente e abbiamo pensato per questo, insieme al Sindaco e al Comune di Cesena di farne il tema centrale della prima edizione di Agorà Festival. Ma accanto all’analisi di tanti fenomeni intrecciati tra loro abbiamo voluto porre ai nostri relatori anche una domanda essenziale: che fare? Come gestire la fragilità del nostro mondo e conviverci nel miglior modo possibile? Ai maggiori esperti ed esperte delle diverse questioni abbiamo chiesto non solo di chiarirne la natura in termini accessibili a tutti ma anche di proporre soluzioni possibili.
Agorà festival sarà dunque un laboratorio di idee, in cui i grandi problemi del mondo di oggi saranno affrontati da tanti diversi punti di vista ma in una prospettiva d’insieme, e sempre con modalità coinvolgenti per il pubblico.
Perché la consapevolezza di tutti e di ciascuno è l’unica possibilità che abbiamo di preparare una buona vita futura.
GIUSEPPE LATERZA
Editore
Le fragilità sono ciò che più interroga questo tempo.
Lo scomporsi del presente in miriadi di bisogni puntiformi, l’articolarsi della realtà per diversità, l’acuirsi delle diseguaglianze, la polarizzazione delle opinioni, il frammentarsi della vita – l’etimologia della parola fragilità richiama proprio il verbo latino frangĕre, che significa “rompere”, “mandare in pezzi” – costringono tutti noi a confrontarci con un mondo più complesso del passato.
Il tentativo quotidiano di comprensione di questa realtà mutata e mutevole richiede un aggiornamento continuo di strumenti interpretativi, parole e pensieri nuovi per descrivere e raccontare i tempi che stanno cambiando e che stiamo cambiando, e perfino una ferma volontà di indagare il presente osservandolo a partire da punti di vista meno consueti.
Comprendere le fragilità richiede umiltà dello sguardo, del pensiero e della parola. Guardare le cose dal basso, dal punto di vista delle strade, dei passanti e delle piazze, e costruire un’esperienza culturale che contenga in sé conoscenza alta e sentire comune, attraverso un approccio divulgativo che mira a portare i saperi fuori dai templi della cultura. Ecco perché, insieme alla casa editrice Laterza, abbiamo deciso di dare vita ad Agorà.
Il titolo del festival ci è parso riassumere l’urgenza di coniugare il bisogno di comprendere il presente con l’imperativo di farlo a partire dalle piazze e dal confronto, dal metodo democratico, mettendo a disposizione della città, del territorio e delle comunità che lo vivono una straordinaria occasione di scoperta, comprensione e conoscenza attraverso l’incontro diretto con il meglio della produzione scientifica italiana.
Agorà vuole diventare un appuntamento fisso per Cesena: un’occasione annuale in cui la nostra città si fa protagonista e al tempo stesso si apre ai tanti che vorranno incontrarsi, confrontarsi, dialogare e generare nuove visioni del presente. Perché è sempre più evidente come ci sia bisogno di strumenti analitici nuovi, di pensieri nuovi, per riuscire ad analizzare e ad interpretare i processi in corso e quelli che, ora, non riusciamo nemmeno ad immaginare.
ENZO LATTUCA
Sindaco di Cesena